martedì 29 aprile 2014

Le “disabilità” di Fiumicino

L'utilizzo dell'aeroporto internazionale di Roma Fiumicino, per un disabile, è “un lusso” che in pochi possono permettersi.
Arrivare all’aeroporto con i "moderni" treni che collegano la città all’hub, è un’utopia: tanto per iniziare, i due unici treni (uno che parte
dalla stazione Termini, l’altro dal "resto del mondo", collegando altre zone più o meno periferiche), non sono attrezzati ad accogliere persone con
disabilità, indipendentemente dal tipo e dalla gravità dell'handicap. In particolare, il secondo treno, è più simile ad un carro bestiame o ad un treno
merci, fatto di corridoi stretti, posti a sedere ancor più angusti, vagoni sommersi di immondizia, cattivi odori e ladruncoli vari che salgono o scendono indisturbati ad ogni fermata, “ripulendo” i passeggeri (gli unici che fanno “approfondita” pulizia…) e talvolta anche il
personale in servizio.
Una volta superata la barriera architettonica del salire e scendere da uno di questi due treni (alcune banchine sono distanti dai treni lo spazio di un salto in lungo ed in alto), bisogna trovare  un posto "adatto", che quasi sempre, non c’è. Tre infiniti tunnel rialzati hanno dei tapirulant che naturalmente, spesso risultano inagibili, così come molte delle scale mobili aeroportuali.
Gli ascensori, mediamente sporchi e maleodoranti, risultano particolarmente lenti e difficili da utilizzare. I carrelli dei bagagli, tra l’altro, riempiono proprio gli ascensori, non avendo altro modo di salire o scendere dai diversi piani di accesso uscita aeroportuale. Anzi, le scale mobili in più punti, non risultano nemmeno troppo adatte al trasporto delle persone, minuscole e strette al punto da poter essere utilizzate una persona per volta,
in fila indiana.
Chi viceversa decide di raggiungere l'aeroporto in macchina, in partenza potrebbe riuscire a trovare qualche parcheggio disabili, non "occupato" dai
soliti furbi o tassisti privati incivili. Ma chi invece deve essere "prelevato" in arrivo, non ha scampo: deve fare il chilometrico percorso di
guerra, (gli attraversamenti pedonali sono costituiti dalle comode, piccole “discese della morte”), fino ai parcheggi a breve termine, che se non sei un atleta preparato, non raggiungerai mai nella mezz'ora messa a disposizione per fare “anda e rianda”, sempre ammesso che il volo sia arrivato in svizzera precisione, il personale addetto all'assistenza fosse pronto ai box come il team della Ferrari e che il bagaglio spedito in stiva, fosse miracolosamente ritrovato, e, ancora integro, fosse disponibile al nastro di ritiro, in pratica.
E’ più possibile che il Fiumicino Calcio approdi in serie A.
Allo scadere del 31° minuto paghi la comoda cifra di quattro euro l'ora.
Ma torniamo al nostro amico disabile, in partenza, che, una volta riuscito ad arrivare indenne al proprio terminal, dovrà cimentarsi con delle prove di abilità volte al raggiungimento del proprio banco check-in. Nonostante le compagnie aeree abbiano previsto banchi check-in "dedicati", il personale che si occupa di dare assistenza ai disabili, nel complicato percorso dal check-in ai gates di imbarco, è sempre troppo poco, e quindi, soprattutto nei periodi di alta stagione, la possibilità di perdere il volo prenotato è altissima anche se giunti con un anticipo esagerato.
Spesso comica la scena ai controlli di sicurezza dove al disabile motorio, in carrozzina per capirci, viene esortato, così come Gesù nei confronti di Lazzaro, ad alzarsi. Se non ci fosse da piangere ci sarebbe da ridere.
Se disgraziatamente, poi, il disabile di turno si trovasse a fronteggiare il bisogno di usare i bagni dell’aeroporto, allora sì che ci sarebbe da
sbellicarsi... I vecchi bagni della zona sterile del terminal 1, ad esempio, sono stati ridotti di numero per far spazio ai negozi, e la conseguente attesa del bagno libero... (uno qualunque...purché sia un bagno...), sono altro motivo di perdita del volo, e questo vale per chiunque, passeggero normodotato o disabile che sia.
Certamente esistono dei bagni per disabili... Sono anche più spaziosi e si trovano nella zona dei gate B e C, ma alcuni sono chiusi a chiave
e utilizzati come magazzini di servizio dal personale delle pulizie, altri (in particolare quelli della zona C), vengono usati sia come bagni degli uomini
(oltre che per disabili), poiché nel momento in cui scrivo, il bagno degli uomini della zona C, è tuttora, e da tempo immemore, in manutenzione. A
lavorazione ultimata, si narra che si passerà agli interventi di manutenzione del bagno delle donne, quindi l’attuale bagno dei disabili, diverrà anche il
bagno delle donne per la durata necessaria che pare sia stimata a quella di realizzazione di una nuova linea metropolitana a Roma.
Quindi, in sostanza, se siete disabili e non volete rischiare di perdere il volo, preoccupatevi di "risolvere" altrove le vostre necessità fisiologiche prima di raggiungere l'aeroporto.
Se a Fiumicino venite per fare shopping, avete trovato il vostro paradiso ideale. Gli “schicchettosi” e costosi negozi che troverete all'interno vi faranno sentire come in via Condotti, ed altrettanto in via Veneto i molteplici ristoranti aeroportuali.
Per concludere, se volete passare "del buon tempo" nel sedime aeroportuale di Fiumicino, un po' come se andaste a passare la domenica al centro commerciale, beh allora siete i benvenuti. Ma se pretendete anche di viaggiarci, allora chiedete troppo. Se siete pure disabili allora siete veramente
eccessivi...direi "fuori di testa".

martedì 15 aprile 2014

Differenza di ore

Chi ha un figlio portatore di handicap ha una visione particolare del tempo. La scansione in “ore” è basilare non solo per gestirgli al meglio la giornata, ma soprattutto per ottenere il diritto alla sua formazione: le ore scolastiche. Si tratta dei legittimi momenti di sostegno scolastico, assicurati dalle normative, indispensabili a tanti giovani disabili per far parte del nostro mondo. Della parte migliore del nostro mondo quotidiano: quella dell'apprendimento, dell'istruzione, della condivisione, dell'integrazione. Purtroppo oggi “le ore dei diritti e dei doveri” sono sempre più a rischio. Sono in disuso. Nel lavoro, nella sanità, nell’integrazione delle persone più svantaggiate. Al diavolo il sacrosanto diritto allo studio e alla vita di chi è ai margini, di chi non ha potere e non ha insolenza. La scontata conseguenza sono le precarizzazioni e i tagli scolastici a danno dei disabili, L’elemosina di qualche ora di sostegno al posto delle trenta “doverose” stabilite da normative sempre più sotto attacco in nome della spending review. Dove sminuzzare equivale a regredire. Ci sono, poi, “le ore del piacere”. Quelle, nei “piani alti”, vanno di moda. Oliate dal Dio denaro, rigorosamente pubblico. Benefit, potere, apparizioni televisive, alberghi, campagne elettorali, belle donne (e non solo). Io li vedo come momenti sottratti al mondo quotidiano per tentare di riempire i propri fallimenti. Recuperando qualche squallida emozione. E' un Paese che sprofonda nelle ingiustizie, che affonda nel grottesco, che s'inabissa nell'illegalità quale regola di ogni giorno quello che stiamo consegnando ai nostri figli.

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